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About

Caterina Mulieri nasce a Napoli, e da bambina con la famiglia si trasferisce a Ostia. Sviluppa la passione per l’arte nell’adolescenza.
Adulta, dopo aver conseguito la laurea in materie economiche ed aver iniziato a lavorare nella PA, puo’ frequentare il corso triennale di pittura ad olio presso l’Istituto delle Arti Ornamentali in Roma e successivamente il corso di pittura biennale con il Maestro Marino Rossetti.
Espone a Roma in collettiva nelle biblioteche municipali romane e presso gallerie romane. Ha tenuto la prima personale nel gennaio 2021 presso la galleria Artheka in Roma.

Caterina Mulieri dice di se : in questo periodo quello che mi interessa di più della pratica artistica è il percorso che mi porta a scegliere un soggetto e non un altro, e il divenire della rappresentazione pittorica sulla tela o sulla carta, ogni volta diversa e sorprendente per me stessa . ; forse per questo mi piace a volte, in particolare con gli acquerelli , dipingere nelle ore notturne, per trovare dopo il distacco del sonno, alla luce del mattino, un nuovo significato al lavoro finito la sera prima.

La prof.ssa Livia Compagnoni ha scritto su di lei : “E’ interessata alle infinite metamorfosi della natura e agli scorci urbani, luoghi ormai di “non luoghi”, il tutto facente capo ad una visione del mondo in cui la sua sensibilità emerge assieme alla presenza di forti sentimenti vissuti entro la fine misura del senso estetico. Ad uno sguardo analitico le composizioni sembrano galleggiare sulle acque o esserne un riflesso di luce, quasi costruzioni senza materia così da divenire strutture senza fondamenta , irreali, quasi a significare una connotazione profonda ed ineliminabile della vita umana che si può illudere di poter contare sulla stabilità. Alcune opere assumono la sfumatura tipica delle immagini oniriche con strutture in movimento, anch’esse connotate da un senso di vicinanza al dissesto, quasi come in un incubo relativo alla instabilità, di nuovo segno connotante le cose umane se viste al di là delle superfici . Il tratto del pennello è adatto ad esprimere mondi che sono in realtà portatori della nota dell’illusorio, dell’evanescente. “